Preraffaelliti e sicurezza

Visitando l’Art Gallery di Manchester rimasi colpito dalle opere più significative dei Preraffaelliti e dei paesaggisti inglesi in piena Rivoluzione industriale. Questo clima “rivoluzionario” che si percepisce nell’arte è meglio espresso visivamente nel Museum of Science and Industry sempre in città, dove si possono ammirare le grandi macchine a vapore, oppure le girelle idrauliche, che hanno rappresentato i “motori” dell’impero di Sua Maestà, insieme a 12 milioni di schiavi e alla rete di distribuzione delle merci attraverso i canali artificiali ricopiati dal Naviglio di Milano, di Leonardo. La rivoluzione nella rivoluzione, avvenne con la produzione dell’energia elettrica “centralizzata” alla fine dell’800, generata da grandi impianti di distribuzione, che collegava attraverso un sistema di cavi ogni fabbrica e l’impresa fu così affrancata dall’avere e dover gestire il proprio sistema elettrico o a vapore, risparmiando tempo, manutenzione, costi e investimenti. E poiché il padrone della centrale elettrica era anche più esperto del singolo imprenditore nella materia, il servizio era ottimizzato e i costi più contenuti. Fu un cambio passo molto importante e le aziende erano finalmente libere di produrre senza occuparsi di energia.

Oggi da alcuni il Cloudcomputing è stato paragonato a tale “cambio di passo”, con l’avvento della produzione energetica da parte di un unico fornitore.

Ma è proprio così ? L’Italia è al secondo posto in Europa dopo la Finlandia, nell’uso del Cloud, ma viene usato in Italia dall’utente comune prevalentemente per la posta, che è invece necessario scaricare dal server per motivi di sicurezza, l’esatto contrario di quanto avviene in Europa. Il Cloudcomputing è utile al momento ad alcune imprese che non possono permettersi di essere non competitive, ma non possono permettersi neppure uffici che creano nuovi programmi, quindi servendosi del Cloudcomputing riducono i costi. Dobbiamo sottolineare che non è alla portata di tutti gestire il Cloudcomputing devi avere buone competenze informatiche per accedervi. Andate su Google e provate a sincronizzate le cartelle

dal Cloud al vostro computer e dopo aver perso per questa semplice operazione un’infinità di tempo, impostate come Amministratore le cartelle dal Cloud tra voi e il vostro team d’ufficio e cercate di istruirlo, poi ne riparliamo. Quindi è un ritorno al passato, l’imprenditore doveva occuparsi di auto fornirsi di elettricità per far funzionare l’azienda. Ne vale la pena? Quindi il “Cloud” non significa solo essere collegati ad internet, come alcuni credono, ma è la tecnologia che ci potrebbe permette di salvare i nostri dati e informazioni sul server remoto, potrebbe inoltre svolgere importanti compiti permettendo all’utente finale di disporre di programmi e applicazioni (non sempre “coincidenti” con quelli che siamo abituati ad usare da 10-15 anni) e ovviamente tutto a pagamento, eccezione fatta per la posta online di cui si è già detto. Il vero tallone d’Achille rimane la sicurezza, ovvero la riservatezza dei dati e l’uso criminale che se ne fa se cade nelle mani sbagliate, la più nota è la sostituzione di identità, o furto d’identità (?). Se io uso la tua carta di credito per prelevare i tuoi soldi dal bancomat, io non ti rubo l’identità (furto d’identità), ma mi “sostituisco” a te per rubare i tuoi soldi. Lo stesso vale per le informazioni riservate dell’Azienda. Quindi rifarsi al romanzo “Il prigioniero di Zenda” di Anthony Hope per parlare di furto d’indentità ha poco senso.

Il Cloudcomputing, sarà il futuro? Forse. Oggi occupa aspetto molto secondario anche nelle “cose” militari. Nel migliore dei casi il Cloudcomputing è ancora un frutto molto acerbo, che solo i più poveri usano, per stare al passo con la concorrenza ed abbattere i costi di nuovi programmi, o i più inesperti nella gestione della posta (Cloud).

 

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