La Rivoluzione Digitale

 

Nonostante siamo nell’era della rivoluzione tecnologica, la popolazione usa o sa usare generalmente poco gli strumenti informatici a disposizione e questo crea maggior dispendio di tempo trascorso davanti ai device (computer, smartphone, Iphone ed altro). Ci sono paesi più consapevoli nel cogliere tali potenzialità? Penso proprio di si. Solo per indicarne alcuni, la Svezia e la Finlandia in Europa, Stati Uniti d’America, Israele, Corea del Sud e Giappone in Asia, Australia. Il Brasile e l’Estonia oggi sono tra i paesi emergenti. L’Estonia è il primo paese al mondo ad avere libero accesso ad internet, dove puoi utilizzare Wikipedia mentre sei in mezzo alla foresta a passeggiare. Nel Regno Unito lo stesso è fattibile, ma è legato al gestore telefonico e alla geografia piatta della perfida Albione. Quanto noi italiani investiamo? Dove siamo avanguardia? Voglio partire da Federico Faggin, che fu capo progetto dell’Intel 4004, il primo microprocessore al mondo per ricordare una delle nostre eccellenze e arriviamo ad oggi coi nostri treni ad alta velocità con elevato grado tecnologico, ovviamente nel rispetto dell’ambiente. Noi investiamo circa l’1% del PIL nella ricerca, Israele oltre il 4%. Senza ricerca “seria” non c’è crescita, semmai la fuga dei cervelli e dei capitali. Dove gli italiani preferiscono spendere in tecnologia? Le statistiche riportano nello smartphone. Appena svegli il 50% degli italiani controlla lo smartphone, ma questo non ci salva dalla scarsa alfabetizzazione digitale (alcuni dati sostengono che prima del 2015 oltre il 30% degli italiani non si è mai connesso ad internet). L’uomo della strada e la classe dirigente sono accomunati nell’uso “parziale” della tecnologia digitale in Italia, spesso la dirigenza utilizza blog e vari social network per comunicare, ma poi dimostra, per lo più, scarsa alfabetizzazione. Nell’ ottobre 2014, durante il convegno della Confindustria a Bagnoli si è dibattuto in una sezione pomeridiana circa l’arretratezza informatica in Italia a livello infrastrutturale e circa lo svantaggio che subiamo da parte dell’ agguerrita concorrenza estera. Oggi la situazione è migliorata in Italia a macchia di leopardo.L’università purtroppo deve ancora lavorare per produrre la classe dirigente futura all’altezza dei tempi. Affinché il “nuovo” strumento sia una conquista per tutti e non un addiction (dipendenza), occorre che la società intervenga. La soluzione è a portata di mano più di quanto si pensi basta vedere altri paesi. Va combattuta l’ignoranza diffusa, anche tra i maggiorenni, nella conoscenza di questi strumenti, per non rimanerne “dipendenti” e trascorrere troppe ore a lavorare per il computer e non con il computer.

Vediamo cosa succede all’estero incominciando dagli Stati Uniti , dove risiedono alcuni ingegneri italiani. Inizio il mio viaggio dalla stazione Caltrain di San Francisco, direzione San Josè. Dopo la stazione di San Bruno ed altri piccoli paesini a 55 minuti esatti da San Francisco il treno fa tappa a Menlo Park (sede di Facebook), primo paese della Silicon Valley. Altri 5 minuti e giunge nella piccola stazione di Palo Alto (sede dell’Hp), per finire quindi il viaggio alla fine della Silicon Valley, con i suoi 4 milioni di abitanti. Mi chiedo come sia stato possibile trasformare dal 1970 questa zona rurale, il più grande produttore di frutta del mondo, in quella che è oggi, ovvero il 10° Prodotto interno lordo mondiale. La valle dei record è solo 100 km2. Si estende per circa 50 km di lunghezza e 20 km di larghezza, la distanza che corre dall’aeroporto di

Fiumicino a Civitavecchia (Km. 50) e dall’aeroporto di Fiumicino a Ladispoli (Km.20). “Il sapere è potere” da Bacone in poi: “Tantum possumus quantum scimus” , ovvero tanto possediamo quanto conosciamo. Il concentrato dell’intelligenza informatica risiede qui. La loro straordinaria organizzazione e la mancanza di ogni forma di ostentazione, sono le sole cose che appaiono al visitatore. Attento.

Non si vive di solo Silicon Valley. Cambiando meta, visitiamo la Corea. Nel 1997 nella Corea del Sud ci fu la peggior crisi economica asiatica. Oggi la Corea con i suoi 50 milioni di abitanti è all’avanguardia per l’alfabetizzazione digitale, come ugualmente Giappone e l’Australia “Down Under”. Restando agli ultimi 15 anni l’innovazione nel campo digitale è stata incessante, meno sentita per noi è probabilmente la difesa digitale insolitamente all’avanguardia nei paesi dell’ex-URSS .

Quello che sembrava essere la soluzione più sicura, ovvero il cloud , oggi da noi è poco usato dall’utente privato, spesso per problemi di sicurezza e talora utilizzato solo per scopi commerciali. La sicurezza informatica è per noi il tema da cui partire, per divulgare l’uso di questi dispositivi evitando che sgradevoli sorprese ci aggrediscano inaspettatamente. La salvaguardia della salute è il collante per evitare le dipendenze ovvero to be addicted to Pc.

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