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L’intelligenza artificiale impoverirà l’uomo?

L’intelligenza artificiale è il trend più ricercato su Google. Ma non solo, è anche la tecnologia che più diffusamente e velocemente è entrata a far parte della vita lavorativa di moltissime aziende. Cosa comporta tutto questo, per i lavoratori? Ecco uno sguardo d’insieme sulla vicenda.

intelligenza artificiale
Foto di Possessed Photography su Unsplash

L’intelligenza artificiale, se usata male, non è poi così intelligente.

Goldman Sachs, una delle più grandi banche d’affari del mondo, a marzo pubblicava un report secondo cui l’intelligenza artificiale potrebbe soppiantare 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. I primi a subire il rimpiazzo sarebbero designer, blockchain, sondaggisti e i copywriter.

Il Consiglio per il commercio USA-UE ha pubblicato un rapporto, nel dicembre 2022, dove spiegava che l’intelligenza artificiale potrebbe esporre “ampie fasce della forza lavoro a potenziali interruzioni”. Perché l’AI va a impattare su tutte quelle attività non di routine, non ripetitive: questa è la grande differenza rispetto a tutte le altre innovazioni tecnologiche dei decenni passati.

Nonostante tutto, l’applicazione dei chatbot intelligenti in contesti lavorativi, come ChatGPT, si rivela ormai diffuso e abusato, benché essi non siano privi dal commettere errori.

Malgrado tutto ciò, fa accendere un campanello d’allarme la notizia per cui la Bluefocus Intelligent Communications Group Co., un gruppo di public relations cinese, ha diramato una nota in cui dice che: “Per abbracciare la nuova ondata di contenuti generati dall’intelligenza artificiale (IA), a partire da oggi abbiamo deciso di interrompere tutte le spese per copywriter e designer di terze parti”. In altre parole, licenzierà tutti i suoi dipendenti che sono impiegati come copywriter e designer.

La stessa IBM annuncia che, nel prossimo futuro, ci sarà un 30% in meno di risorse da assegnare al personale di back-office. I settori che subiranno i tagli saranno proprio quelli del design e del copywriting. Nei prossimi cinque anni potrebbero essere sostituiti fino a poco meno di 8.000 lavoratori, attraverso l’implementazione delle AI.

I chatbot intelligenti, in ogni caso, non sono infallibili e le prime lamentele stanno già arrivando. Questa è innegabilmente la riprova che non tutto il lavoro umano è sostituibile dalla macchina.

 

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