La Lega antivivisezione (LAV) contro il rossetto selvaggio

 

Solo il 4% delle donne sceglie l’abito come mezzo di seduzione. E’ quanto emerge da un sondaggio su ‘le donne e la moda’ , realizzato dall’istituto Cirm su un campione di 500 signore e ragazze tra i 15 e i 65 anni.
Il 48% delle intervistate ha dichiarato di seguire, si’, la moda, ma non a occhi chiusi, bensi’ interpretandola, adeguandola al proprio stile. Il ”pezzo” forte, quello per il quale le italiane sono disposte a investire di piu’, e’ il tailleur (31% di preferenze) a cui seguono scarpe e accessori (22%), palto’ (16%) e biancheria intima (11%); quest’ultima raccoglie piu’ consensi dell’abito da sera o del golf di cachemere. E chi pensa che la donna segua la moda per sedurre ”lui”, dovra’ ricredersi: per il 47% delle intervistate vestirsi alla moda e’ un mezzo per sentirsi adeguate a tutte le situazioni, mentre il 42% nella moda cerca soprattutto il ”piacere di piacersi”.
A proposito del nero, che ormai da molte stagioni e’ il colore piu’ usato, le intervistate dicono di apprezzarlo perche’ va bene in tutte le occasioni (31%), ma anche perche’ e’ elegante (23%) e snellisce (16%). Ma nonostante il gran uso che se ne fa, al 10% non piace.

E sempre per rimanere nel tema, ogni anno nel mondo oltre 50.000 animali vengono sacrificati sull’altare della bellezza: sfigurati da rossetti, intossicati da profumi, bruciati da creme. Contro i test cosmetici sugli animali, le 50 piu’ importanti associazioni animaliste nel mondo, coordinate dalla Coalizione europea contro la vivisezione, hanno lanciano una campagna per i diritti degli animali e la salute umana, sottoscrivendo uno standard unico di riconoscimento dei prodotti che gia’ da oggi non utilizza questo tipo di sperimentazioni.

Oltre 150 aziende lo hanno sottoscritto ed a loro, sottolinea la Lav (Lega antivivisezione), membro italiano della coalizione, ”va la nostra preferenza di consumatori consapevoli”. Queste aziende potranno scrivere sull’etichetta dei loro prodotti ”Non testato su animali”. In Italia hanno aderito finora circa 10-20 aziende e la guida completa sara’ pubblicata a breve.

Con questa iniziativa, secondo la Lav, aumenteranno le aziende che non finanziano e non incentivano l’impiego degli animali, rivolgendosi sempre di piu’ a sicuri test alternativi ormai largamente praticati, come le ricerche su colture

cellulari, proteine vegetali, pelle artificiale. Attualmente invece, osserva la Lav, ”per provare un nuovo ingrediente dell’ industria della cosmesi, gli animali sono sottoposti ad ogni genere di torture”